sabato 10 dicembre 2016

Dove tutto è finito, e dove comincia...

Ho sempre avuto blog, quando ero adolescente era un blog di frasi celebri, di poesie, di citazioni. Poi da più grande ho avuto un blog di cucina, mia passione. E chi mai avrebbe pensato che un giorno invece avrei parlato di me, di una storia assurda a cui ancora non posso credere.
E da dove si comincia a parlare di se? E' così difficile.
Beh, io inizierò dalla fine. Dall'evento che soli 20 giorni fa ha sconvolto la mia vita stravolgendola.
Sono incinta alla 37esima settimana di gravidanza. Tra 20 giorni nascerà Christian, un bambino che ha già una vita complicata, ancora prima di venire al mondo.
Suo padre è sparito.
Suo padre l'ho conosciuto l'8 Agosto del 2015, o forse no. Quel giorno io ho conosciuto una persona che non è mai esistita. Ma questa è un'altra storia, questo è l'inizio e ne parlerò più avanti.
Oggi parlerò della fine.
Fine Novembre, giornate corte.
Nell'ultima settimana mi sento più sola. A. lavora molto, 10 ore al giorno. Io sono in maternità dal giorno del test positivo. Lavora al bar, il suo lavoro gli piace e mi ringrazia sempre di averlo spronato a riprenderselo, dopo una breve parentesi in cui aveva smesso.
Mi spiega come in quel periodo due suoi colleghi si siano licenziati, per cui c'è da lavorare ancora di più. Invece di 10, 12, 16 ore al giorno. Io per lui mi sono trasferita a 50 km dalla mia vita, dalla mia famiglia, non ho nessuno. Vivo in quella casa da un mese e mezzo circa, la sua casa, comprata con la moglie (dalla quale è separato), che anche grazie a me è riuscito a riprendere prima che le banche gliela togliessero.
Mi sento sola fisicamente e moralmente. A. è sempre stato molto presente, ha sempre fatto una vita casa-lavoro, cosa che con fatica ha preteso da me ma che mi ha sempre ridato indietro.
Ma negli ultimi giorni io non lo capisco più. Lavora molto e si fa sentire poco. Le nostre telefonate sempre lunghissime, sono spesso corte, annoiate e chiuse in fretta.
E' distratto, dice stanco dal lavoro.
Non sta bene, corre spesso al bagno per una fantomatica influenza intestinale, per la quale non vuole prendere medicine.
Nei bar, nei centri commerciali, ovunque noi siamo corre in bagno.
Io ho capito, ma faccio finta di non vedere. Mi basterebbe indagare un po', ma ho un passato prima di lui che mi ha insegnato molto e non voglio essere più quella persona. Gli dico sempre che io non ho bisogno di indagare, che la verità esce sempre fuori da sola.
E così è.
Lui non è più lo stesso ed io voglio andare via, sto male li, sto male con lui. Giovedì 17 Novembre avviso una mia amica che vorrei andare via, dormire da lei, dopo una discussione tremenda con lui mercoledì notte, in cui ho perso il controllo di me per cercare di fargli dire la verità. Non potevo credere a 16 ore di lavoro in cui tu non riesci mai a chiamare.
Eppure nulla, non scuce una parola, non dice niente. E non vuole che io me ne vada, "lascia passare questa settimana pesante" mi dice.
E non me ne vado.
Venerdì, Sabato, continuano gli atteggiamenti strani e le liti. E lui cerca di recuperare. Sabato notte dopo l'ennesima litigata mi fa addormentare abbracciata a lui.
Domenica mattina mi invita a fare colazione fuori. Avrebbe dovuto lavorare tutto il giorno, turno 11-21.
Siamo felici, tranquilli. Io vado a fare quattro chiacchiere con i suoi e lui prende la mia macchina che ha un problema. La batteria sta morendo, ed il dispositivo interno installato dall'assicurazione manda messaggi avvisando che la batteria è scarica. E nei messaggi ti indica esattamente dove si trova la macchina.
A. non se ne cura, e mette in atto il suo piano.
Mi arriva il messaggio. La mia macchina si trova a 5 km dal suo luogo di lavoro. Glielo inoltro. Mi chiama ed accampa scuse di una consegna di cornetti.
Non mi fido più, basta. lo intimo di dirmi la verità che altrimenti sarei andata al bar.
Mi dice di non essere al bar, cambia voce. "Voglio stare da solo, non chiamatemi, non cercatemi!".
Sparisce. Io incinta di 8 mesi crollo, urlo, mi dimeno. Prendo la macchina sua e vado a cercarlo li dove mi indicava il messaggio, non c'è.
Torno dai suoi che lo chiamano e gli mandano mess, ma lui non risp.
Alle 17, dopo 4 ore di agonia mi viene in mente di scaricare l'app che ti dice dove si trova la tua macchina. grazie a quel dispositivo di cui sopra.
Ci andiamo, con tutti i suoi parenti. La trovo, parcheggiata in una stradina buia. Lui non c'è. Arriverà dopo 2 ore, in cui mi ha costretto a stare li appostata ad aspettare risposte.
Non mi vuole parlare, vuole parlare con i suoi ma non con me.
Dice solo di non amarmi più che vuole stare da solo. Ma non vuole che io vado da mia madre (perchè poi rovinerei tutto e lei non lo vedrebbe più con gli stessi occhi), e dice ancora di non avere un'altra.
Resisto alla tentazione di prenderlo a schiaffi, mi fa pena. Provo tanto dolore, per me e per il bambino che ho nella pancia.
Me ne vado da mia madre.
Non si fa sentire; lo vedo il giorno dopo perchè non aveva le chiavi di casa nostra.
La cantilena è sempre quella, non ho un'altra, forse non ti amo più, ho bisogno di due giorni, dammi tempo fino a giovedì. Gli dico addio e lui non lo accetta.
Vuole solo 2 giorni. Faccio la valigia, lui piange, gli dico che verrò con una ditta di traslochi a prendere tutto.
Mi dice "stai sbagliando, sono solo 2 giorni".
Vado via. Lui sparisce.
Il giorno dopo la sorella gli scopre un altro telefono.
Due giorni dopo la vicina vede l'altra, in casa mia. Tra le mie lenzuola, tra le mie cose. Di fronte al lettino di mio figlio. Con le cose del bimbo e le mie foto nascoste ad arte. Lui si giustifica con la vicina "Lei è mia cugina, Ilaria se ne è andata".
Mi sono andata a riprendere tutte le mie cose, e gli ho lasciato casa piena di insulti... sugli specchi, sui muri.
Non l'ho piu sentito, l'ho visto 10 minuti per ridargli le chiavi di casa.
Un cadavere, dice che i vicini si sono inventati l'altra e che non ha un altro telefono. Che non mi ama più.
Non parla di suo figlio.
Un figlio voluto da lui dopo 2 mesi di storia, e poi successivamente da me. Arrivato perchè cercato.
Ha cambiato numero, nonostante io non gli avessi mai scritto, ne' lo avessi mai cercato.
Va pochissimo in casa "nostra" e passa il tempo a giustificarsi con i vicini, non con me. Non ha il coraggio.
Io sto a pezzi. Ma non perchè mi manca, ma perchè mi ha distrutto la vita. La vita che avevo faticosamente ricostruito dopo un passato difficile, me l'ha di nuovo devastata. Vedo 3 psicologi, ho gli attacchi di panico, vorrei delle risposte che non avrò mai.
Provo a pensare a mio figlio, ma ora rifiuto tutto di lui. Eppure tra 20 giorni sarà qui, e non so nemmeno se suo padre vorrà mai vederlo.
LA MIA VITA NON E' UN GIOCO.
Dovrei dirlo agli altri, ma anche a me stessa.